Abstract:
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One of the founders of numismatics in Modern Age was the archbishop of Tarragona and renowned jurist Antonio Agustín. He was educated during the mid-sixteenth century mainly in Italy, particularly in Bologna and Padua. His role in the development of antiquarian studies – and interest in collecting – ran parallel to the development of numismatics in the Cinquecento. His interest in realia , i.e., the materials and documents perceived as primary evidence of history understood in a global sense, make him a pioneer in setting the trends and methodologies which would be later employed by Bernard de Montfaucon. The period Antonio Agustín spent in Bologna, at the Reale Collegio di Spagna, between 1539 and 1544, afforded him the opportunity to enter a very cultivated circle where the admiration and study of the Antique was well established since the mid-fifteenth century. The cultural effervescence taking place in Bologna was encouraged by the court of Giovanni II Bentivoglio and the University alike. Artists also contributed to the development of antiquarian knowledge, and the painter Amico Aspertini (ca. 1475-1552) exemplifies this. It is clear that Antonio Agustín certainly benefited from the scholarly environment in
Bologna during the first half of the Cinquecento, which had been firmly anchored since the fertile Quattrocento. Although the documentary evidence is scarce, and it is difficult to pinpoint the details, it is undeniable that Antonio Agustín was heavily influenced by his Bolognese experience. |
Abstract:
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Uno dei fondatori degli studi numismatici dell’età moderna, Antonio Agustín, vescovo di Tarragona e insigne giurista, ebbe in Italia larga parte della sua formazione, soprattutto fra Bologna e Padova, poco prima della metà del XVI secolo. In realtà il suo ruolo negli interessi (anche collezionistici) e negli studi antiquari del Cinquecento andò ben al di là dei confini limitati alla scienza numismatica. La sua attenzione ai realia , ai documenti materiali intesi come testimonianze dirette e primarie della storia globalmente intesa, ne fanno quasi un precursore dei caratteri che meno di un secolo dopo assumerà l’interesse antiquario con la storiografia dei Padri Maurini e con l’opera di Bernard de Montfaucon. Il periodo trascorso a Bologna, nel Collegio di Spagna, da Agustín (fra 1539 e 1544) lo mise certamente in contatto con un ambiente colto nel quale gli studi di antichità vantavano una tradizione assai antica, risalente almeno alla metà del secolo precedente. A Bologna, fra i due poli della corte di Giovanni II Bentivoglio e dello Studio era cresciuta una vivace cultura antiquaria, alla quale non furono estranei anche gli artisti, come dimostra in primo luogo la personalità di Amico Aspertini (ca. 1475-1552). Da questo ambiente erudito bolognese della prima metà del secolo, innestato sulla feconda tradizione quattrocentesca, Antonio Agustín ebbe certamente stimoli significativi, anche se nel dettaglio mancano le fonti per stabilirne con precisione i confini. |